Piscina

Sentila, l'acqua che ti invade il costume da bagno, poi bocca orecchie e ti rinfresca i capegli; affannati a tornare al grande etereo spettacolo a occhi ermeticamente strizzati; respira a grandi palati nell'azzurrino anfiteatro; poi, ritrovata madre affidabile legge di Archimede scuoti le chiome lancia il tuo grido belluino e spingi H2O in gocce verso la prima giumenta che ti capita a tiro, dacché ella ritrosa il desidera: compiaciti della tua gioventù e della forza e della spudoratezza e sconsideratezza che pur par monnezza; che essa comporta, uomo di pochi lustri esperto.

Giungi grondante là donde ti sei partito, e ridacchia felice vellicando il corpo rosastro del compagno con le minute perline di cui tu abbondi finché sintetico o fusione nucleare non te ne privino avidi; inizia a miscelare all'aria che prima ricercavi disperato miasmi di combustione di cellulose particolari; bercia volgarità ed abbine vergogna, uomo di pochi lustri esperto.

E qualora il tuo compagno ad un più attento esame non si riveli non soltanto "compagna" ma degna persino di un determinativo, se pur prona e senza il copripudore superiore donde l'equivoco, ed ovviamente se ciò che ti sfila dinanzi ti aggrada, fai pure un pensierino riguardo all'idea di dare una voce ad una ignota passante e giovane che dà mostra del suo bendiddio causa eccessivamente attillate mutandine da repentina umidificazione mediante immersione; non si addice la riservatezza alla tua età, uomo di pochi lustri esperto.

Vai in loro compagnia e col tuo compagno a ingollare companatico e usufruire del juke-box.

Poi, per parer più destro, lasciati sfuggire dall'ore articolazioni atte a suscitar risa e vergogne; (dis)tendi muscolature impreviste a le guance dell'eremita; ruggisci barrisci focheggia libero e felice, giovincello scherzoso, ché questa è la tua etade. Uomo di pochi lustri esperto.

Io ti osservo, e compatiscoti d'invidia.