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La Triade

A che parossismo di audacia virile e di pavoneggiamento vanità femminile può condurre un'attività di quotidiano orgasmo, simbolo dell'incomunicabilità dei sentimenti umani nel suo gioco di sguardi intenti e fuggevoli all'insieme e soprattutto nell'esclusività del loro carattere ludico. Che miscellanea di solitudini, di morboso attaccamento ai propri simili, di paura sovrapposta al desiderio, traspare dagli sguardi della gioventù, condotta nel luogo da un procedimento tautologico, da un circolo vizioso che si perpetua e si massifica proprio grazie all'individualismo.

Io ne sono fuori. Tanto per cominciare, un complesso di superiorità macerante mi rende frettoloso di attraversare quel luogo, dove volentieri mi soffermerei sdegnando lo sdegno provato per esso dai miei colleghi. Ma nell'eterna indecisione tra me e le mie stampelle assumo 'l cipiglio del ganz'uomo, alienandomi entrambe le virtutes. E fluenti masse mi accarezzano contaminando la mia contenzione con gajezza. Essendoci di che vergognarsi è raro che consenta ad alcunchì di accompagnarmi nel mio quotidiano scartavetramento.

Ricordo, sette anni fa:

—Oh, oh, l'hai vista quella?— disse Agostino al compare che marciava alla sua destra anche lui con gli occhi affisi in avanti nell'etterno ioco di puntare e distogliere 'l guardo.

—Uh, uh.— affermò Riccardo disattento. Alberto non rispose: si preoccupava essenzialmente di restare al passo senza attardarsi in considerazioni astratte. Al capetto, alle cui ali i due omoacronimi sventolavano, premeva di liberarsi da quelle due palle-al-piede, la cui presenza tuttavia gli era indispensabile come cassa di risonanza pel proprio cunning. Finché Alberto recalcitrava passivo passasse, vabbe', ma Agostino con la sua perenne indecisione gli intralciava ogni tentativo attivo.

Agostino, da parte sua, si rendeva conto di sembrare una femminuccia ma d'altronde era alieno al modo di comportarsi di Riccardo. Quel rude individuo! Andava allo struscio come a fare la spesa: vista e presa. Inevitabile che venisse a noja immediatamente, tantopiù che era anche brutto, volgare e insomma qualunque ragazza non fosse stata del tutto idiota o aberrante l'avrebbe abhorrito dopo cinque minuti. Alberto poi era da ammirare perché se non altro se ne fregavaltamente. Ma passava il suo tempo a dimandarsi perché mai sen gisse con questi spiriti balordi e a scavarsi vanamente per trovare una risposta qual che si fosse alla propria incapacità di distaccarsene; peraltro non era certo con un rapido contatto controllo corporeo che si poteva accedere ad un Amore spirituale (e quindi vero) quale lui ricercava; abbisognava di uno scambio verbale assai prolungato per decretare con bolli e cerelacche di essere Innamorato, e discordava in questo con quegl'altri due bell'imbusti che di certo si lasciavano sospingere dalla convinzione che le foemine volessero dal maschio ciò di esso che difettavano; palese deinde che per loro valesse (ugh!) l'inverso.

Una fanzulla nota ai cuori di tutti gl'iscapoli del Corso li incrociò; le tre coppie di globi che le si fecero incontro le parvero sei occhi di bue che spenti l'illuminassero. Ai lati Alberto e Agostino s'ingelatinarono, l'uno per repressione l'altro per caos interno sopravvenuto all'overdrive di emozioni; ma il centrattacco non si fece problemi.

—Oh, vien qua! Come ti chiami?— le urlacciò. Non solo Riccardo aveva bisogno di Alberto e Agostino per far risaltare la propria ganzuria, ma Agostino aveva bisogno di Riccardo e Alberto per la propria beltenebrosaggine e Alberto di Riccardo e Agostino per la propria spiritualità. Pertanto in fondo in fondo Agostino riuscì a sentirsi grato al centravanti per aver tirato la bordata che, senza fallo respinta dalla pudica portiera, lui avrebbe potuto agevolmente toccare in gol. A meno che però l'estrema difenditrice, per negligenza, corruzione, bizzarria o incapacità, non si lasciasse passare quel tiraccio tra le gambe. Riccardo fu Iago a' suoi due compagni di squadra.

—Ooh, che vuoi?— disse la pulza all'indirizzo del coraggioso conclamatore; checché se n'illudessero gli altri due, però, essa interjezione non era tanto volta a scoraggiare definitivamente il mascolo quanto a porgli un'ordalia: fa' conto che avesse jactato un moccichino nel fango a' suoi piedi. Riccardo non si fece granché supplicare e raccolse la pezzòla piantando in asso i due di briscola.

Agostino e Alberto il guatarono cambiare di repentino direzione ed avventosarsi a fianco della dèa femmina che si dimenava ed anguillava e pure Dafne desiderava le grinfie apollinee. Deh, vero; ché che avesse poi di apollineo Riccardo era ignoto ad amendue gli scornati: di certa solo la sfrontatezza. Ma il dubbio lor non sovveniva che dedicar poesie od occhieggiare swinburnianamente, magari, forse, chissà, poteva essere meno efficace dell'agire da camionista.

As Riccardo disappeared nelle nebulose del successo i pivelli persero la loro forza coesiva. Agostino si voltò e cercò di vedere l'amico & l'amabile. Stavano discorrendo animatamente e il voyeur che li seguiva si lasciò crescere in corpo la certezza che la loro concione riguardasse sé: gli parvero sguardi nella sua direzione; tentò il giochino non più giovane del Cucco di guardare altrove per fare il bell'assente, ma era troppo curioso. Si pose un aut-aut-aut: aut la vergine (putativa) si interessava a lui e quindi avrebbe prontamente abbandonato il buzzurro ponendosi tra le sue braccia; aut la vergine (putativa) si interessava a lui e quindi il buzzurro in un atto di magnanimità li avrebbe presentati; aut la vergine (putativa) si interessava a lui, il buzzurro se la sarebbe portata via ma mentre gli passavano accanto lei gli avrebbe gittato un'espressione tam supplichevole che lui di mala voglia si sarebbe prestato a transformarsi 'nun Orlando.

Angelica però da puttanina quale per tradizione era, poco curandosi all'apparenza della beltade (senza, avrebbe interpolato Alberto, far menzione della formosità interiore) si concesse a colui che l'avea primo chiesta. Tale la sete d'affetto del sesso femminile, del sesso forte.

Ma la sera stessa Agostino, come sempre, si sarebbe rifatto ed avrebbe restituito alla storia la sua rettitudine, sottolineando le principali conseguenze del giusto svolgimento della faccenda con un infecondo attrito tra l'istrumento fisiologico il cui uso distingue l'uomo dai bruti e quello il cui uso li accomuna tutti.